Thursday, October 18, 2007

Vogliamo davvero aumentare le borse di dottorato in Italia?

Mi sono arrivate un paio di catene mail relative ad una campagna dell’ADI per aumentare le borse di dottorato a mille euro. Ora, ad una prima occhiata il mio potrebbe sembrare un discorso un po’ da paraculo. Io mi faccio il mio bel dottorato a Londra, con una borsa (italiana) decisamente piu’ succulenta di quella di un dottorando italiano, e probabilmente con qualche prospettiva in piu’. Eppure. Cazzolina, ma pensiamo davvero che l’entita’ della borsa sia il primo problema da affrontare nei dottorati italiani? Ok, ci sono dottorati seri e che funzionano bene, ma quanti sono? Il 10% del totale? Mi sembra gia’ una stima ottimistica. Con questo non voglio dire che il 90% dei dottorandi italiani non fa un cazzo, anche se sono convinto che quelli che di ricerca facciano gran meno (volenti o nolenti) di quanto si fa qui negli UK, ad esempio, siano la maggioranza. Bisogna distinguere tra dottorati e dottorandi. Ma il fatto che quest’ultimi siano spesso delle/dei ragazze/i in gamba non implica che dobbiamo premiare ed incentivare l’istituto del dottorato italiano, che fa acqua da tutte le parti. Solo qualche esempio: i) la selezione all’entrata e’ arbitraria; ii) la selezione all’uscita e’ inesistente (cioe’, il titolo e’ dato anche a chi fa una tesi ridicola) iii) si e’ spesso e volentieri schiavizzati dal professore che richiede corvees del tutto aliene alla ricerca vi) manca una massa critica di studenti per fare dei corsi decenti (e questo perche’ ogni facolta’ fa dottorati su tutto, invece di specializzarsi).
Per questo sono contrario all’aumento delle borse senza vincolarlo ad un piu’ ampio discorso di riforma radicale del dottorato. Un aumento isolato delle borse non farebbe altro che incentivare i comportamenti perversi del corpo docente universitario italiano, dal momento che ancora piu’ eccellenti studenti sarebbero disposti a sottoporsi alle sue vessazioni in cambio di due soldi e di qualche speranza/illusione di fare davvero quello che sognano.

9 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Se lo faceevi qui il dottorato lo prendevi l'aumento, non ti preoccupare...

Meno male la ricerca lì è avanti, "Regno Unito" è singolare, non si scrive "negli UK"....

12:15 PM  
Blogger paddy said...

grazie della segnalazione, ma "gli UK" mi piace di più, sorry!
Purtuttavia il senso del post mi sembra chiaro - mi piacerebbe che i commenti critici lo fossero altrettanto!

11:06 PM  
Anonymous Anonymous said...

Deficiente! Stai solo facendo il galletto perchè ti credi di essere parte di un sistema che funziona meglio del nostro, "gli UK"...manco lo sai dove ti trovi..."gli UK", come fossero "gli US".
Mi raccomando studia bene per il tuo grandioso Dottorato e quando torni in Italia illumina noi poveri ignoranti con tutta la tua sapienza!

7:40 PM  
Blogger paddy said...

Bella lì! Chapeau, anonimo raffinato visitatore.

8:39 AM  
Anonymous Anonymous said...

Intanto per fare un dottorato nel Regno Unito basta una sfigata laurea triennale. Pensa che conosco un tipo di Verona che insegna ad Oxford e qui aveva fatto l'Isef. Non sto sherzando. Glorifichiamo tanto l'estero, guardiamo tanto le classifiche (guarda un po'sempre fatte con parametri anglosassoni), ma credo che la nostra preparazione sia migliore. Purtroppo non c'è nessuno che sappia sfruttarla.

11:34 AM  
Anonymous Anonymous said...

io l'aumento lo vorrei, perchè mi servirebbe e mi permetterebbe di dedicare più tempo alla ricerca, senza aumento io ci dedico meno tempo (faccio altri lavori e consulenze, non posso certo fare il poveraccio per la ricerca, inoltre lo posso fare perchè "sono bravo" e richiesto nel privato a differenza di altri che senza il dottorato farebbero il call center, perchè non sanno fare un cazzo), con un aumento (e 1000€ per un PhD sono ridicoli onestamente) uno può dedicarsi anche solo a fare ricerca senza vergognarsi di quello che fa.

detto questo in un certo senso hai ragione, inoltre basta vedere chi sono i membri dell'ADI che promuovono questo appello, il vicepresidente, paolo ricci, uno che è entrato a 34 anni al PhD e a 34 anni a preso l'abilitazione di avvocato, secondo te uno così come è entrato al dottorato? basta vedere il suo CV sul forum ADI che si capiscono tante cose....questi sono i dottorati in italia, e su questo ti do ragione, qui quelli che si lamentano dei criteri per entrare come ricercatore, pensi che lo stesso problema se lo siano creati quando sono entrati come PhD student? se veramente chi con un 90 di voto meritava di più di vincere un concorso di PhD di uno che aveva 110 e lode? nooo quello era merito!!!! ma per favore su...

12:22 PM  
Anonymous Anonymous said...

viva l'egoismo!!

11:19 AM  
Anonymous Anonymous said...

Condivido in parte la tua opinione. Premetto solo alcune cose:
1) Come ci sono un sacco di Italiani che migrano per fare il Phd ci sono un sacco di stranieri che vengono da noi a farlo.
2) Ci sono miei ex compagni di corso che sono migrati per fare ricerca all'estero, alcuni come te nel Regno Unito, e anche tra loro ci sono quelli che si lamentano del prof che sfrutta per fare altro e che di ricerca vera ne vedono poca.
3) Trovo ormai scontato il solito qualunquismo "all'estero si sta meglio" e non mi riferisco solo al contenuto del tuo post ma ad un vero e proprio stato d'animo generalizzato. Ogni volta che passo più di una settimana oltre confine mi rendo conto che il grosso problema Italiano è che siamo troppo autocritici e tendiamo a vedere solo i nostri lati negativi. Questo potrebbe essere un enorme vantaggio se imparassimo a gestire l'autocritica non facendola sfociare in un pessimismo dilagante.
Premesso questo, concordo con te che la riforma andrebbe fatta sul sistema di gestione della ricerca e non solo sulla parte amministrativa, questo per renderlo migliore a livello Europeo... poi penseremo a fare le scarpe agli Stati Uniti :-P

10:20 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ciao, leggo il tuo post circa un anno dopo da quando lo hai inserito. Le tue critiche non sono molto mirate: generalizzi sulla condizione dei dottorati italiani (ma la conosci solo per sentito dire?!), banalizzi e citi alcune esperienze (negative) così come se ne potrebbero citare tante altre di positive e serie.
E' CHIARO che l'aumento delle borse di dottorato andrebbe inserito in molti, moooolti cambiamenti su come si fà Ricerca e Dottorato in Italia, e soprattutto sullla posizione di ricercatore successiva. Ma tieni ben presente che si dovrebbe partire dal presupposto che un Phd student, in Italia così come all'estero, se fa il suo lavoro seriemente, 1000 euro al mese se li merita tutti: non sono un privilegio, bensi uno stipendio normale, tanto più se lo confronti con la media europea.
Ho i miei dubbi che un bravo phd student italiano sia meno bravo di uno inglese; o francese; o comunque farebbe bene il suo lavoro anche a Parigi o a Londra (come te no?!). E' inserito in un sistema diverso, il nostro tutto da migliorare certamente. Ma perchè non riconoscere il suo lavoro? Ti ripeto che non vi è nessun privilegio nella nostra condizione, e non è nemmeno produttivo vessare e non riconoscere il lavoro dei giovani phd o ricercatori. Anzi, così l'Italia continuerebbe a retrocedere ulteriormente come già fa.
Io prendo meno di un rappresentante di scarpe, e ti assicuro che il mio lavoro lo so fare molto bene.

C'è gente che fa il dottorato seriamente, studia e ricerca, studia una o 2 altre lingua, va all'estero per lavoro, fa didattica(come è giusto che sia) spesso pagata miseramente e se li merita 1000 euro al mese; così come è negli altri paesi.
Io ho 28 anni, faccio il dottorato al Politecnico di Milano (III anno), con 800 euro al mese (ora per fortuna 1000)vivo, mi pago l'affitto (esattamente metà della borsa) visto che vivo lontano dalla mia città di origine, più tutto il resto. Naturalmente per campare i primi 2 anni ho sempre dovuto fare lavori extra al dottorato: e per fortuna che li ho fatti se no non avrei potuto permettermi neppure una pizza fuori, pagarmi un treno per andare a un convegno, pagarmi una lezione di inglese, visitare i luoghi su cui faccio ricerca. Il dottorato deve essere fatto solo dai figli di...?! Già mi reputo fortunata che ho potuto studiare, ma senza questo aumento la mia condizione sarebbe stata peggiore, avrei messo meno energie nel mio progetto di ricerca e di più nel lavoro fatto per mantenermi; e poichè amo sia la ricerca che la didattica mi avrebbe pesato molto non potermici dedicare appieno. Ora al terzo anno ho smesso i lavori esterni perchè finire il dottorato che è naturalmente ora più pressante.

Quindi vedi, per tanti esempi negativi ce ne sono tanti altri di positivi. Di gente seria che lavora e per cui l'aumento della borsa di dottorato significa un pò di serenità in più, ed ancora investire nel proprio lavoro, ce n'è molta. Certo i problemi sono tanti ma perchè non riconoscere che dei giovani dottorandi non possono vivere con 800 al mese?
Dici del resto parecchie banalità tutte smentibili. La selezione arbitraria: bhe, come tanti siamo entrati senza santi in paradiso, con un CONCORSO PUBBLICO valutato da docenti universitari validi, e ti ricordo che entrare da straniero in un dottorato estero non è poi così difficile. Anche io ho diversi amici che fanno il dottorato fuori: è una scelta, hanno colto la possibilità, ma non è stato difficile entrare!!! Ognuno di noi ha un percorso diverso: non ha senso giudicare segmenti di vita diversi. Tu ora sei a Londra, bravo, ma chi se ne importa...magari il prossimo semestre ci sarò io, e magari fra due anni ci sarò qualcun altro. Spero che almeno il dottorado inglese ti insegni a valutare la qualità e l'esito delle ricerche e dei risultati raggiunti (acnhe fatte in Italia), perchè guarda che di banalità scontate non ne abbiamo bisogno, abbiamo solo bisogno di persone serie che sanno con esattezza quello che dicono, che lavorano bene e che vogliono in prima persona cambiare le cose (e ti assicuro che ne ce ne sono anche qui, bisogna saperle trovare).

2:52 AM  

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