Rob, l'altra sera, mi chiedeva: perchè tutti voi italiani emigrate? Vaglielo a spiegare, tu, che la maggioranza dei dottorati nella mia disciplina si traducono spesso in lavoro amministrativo o di manovalanza didattica. Poi parli con un po' di gente in giro e ti rendi conto che un giovane neoassunto qua ha possibilità di soddisfazioni lavorative inimmaginabili in Italia. Non solo dal punto di vista economico, dove comunque le differenze sono abissali (un 20-30 mila sterline all'anno è un salario di partenza abbastanza basso per un buon laureato), ma in generale della fiducia, della responsabilità, delle possibilità di imparare. Stando alla mia esperienza, da noi un giovane bravo finisce il più delle volte a venire emarginato dal datore di lavoro, per paura che si dimostri più bravo del "capo". In Francia e in Germania gira più o meno come qua: bravi ingegneri a Parigi dopo un paio d'anni di lavoro possono tranquillamente comprare casa, e in Germania pare giri ancora meglio, dato il (relativamente) basso costo della vita. I soldi non sono tutto, per fortuna. Però sono un indice del ruolo dei giovani nella società.
Intanto in Italia Montezemolo glorifica la capacità degli imprenditori di trainare la ripresa, dimenticandosi che abbiamo i salari più bassi d'Europa, se rapportati al livello dei prezzi. E anche così (o forse proprio per questo) si stenta a tirare la carretta: pagando un laureato meno del salario minimo francese (1.2oo euro).
