Monday, February 26, 2007
Sunday, February 25, 2007
Acibù
Saturday, February 24, 2007
Le Vie del Vaticano
Wednesday, February 21, 2007
Cara Sinistra Radicale
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Forse dall’estero si ha modo di afferrare le vicende italiane con maggiore obiettività, potendo scegliere cosa leggere e sfuggendo il bombardamento della televisione. Ne approfitto, quindi, per mettere in fila alcuni pensieri che ho maturato questi giorni, nella speranza che non risultino del tutto scontati o insensati.
Penso che una buona parte dei sostenitori della sinistra radicale e’ consapevole che i loro politici di riferimento produrrebbero diversi “danni” se investiti dell’intera responsabilita’ del Governo. Ne seguirebbe l’uscita dall’Euro, un embargo economico piu’ o meno esplicito degli Stati Uniti, un aumento dell’inefficienza della spesa pubblica, ed altro. Non intendo sostenere che sarebbe un prezzo eccessivo da pagare in cambio di un allineamento ideale ai principi accennati in precedenza: su questo si potrebbe dibattere, e sarebbe un dibattito interessante, anche alla luce del fatto che molti dei sostenitori della sinistra radicale sono, probabilmente e legittimamente, molto piu’ dipendenti dai piu’ comuni beni di consumo di quanto lo sia io.
La questione e’ che, con molta probabilita’, i principi resterebbero comunque non raggiunti. Si pagherebbero i costi senza averne i vantaggi. Questo perche’ la strategia politica, per essere efficace, necessita di azioni marginali, non radicali. L’utilita’ di negare una base militare agli USA puo’ avere un altissimo valore ideale, ma in termini di vite salvate e di conflitti evitati e’ ininfluente. Non si tratta di machiavellismo, di doppiogiochismo, o di ipocrisia. Si tratta semplicemente di valutare (con cinismo, questo forse sì) i risultati attesi di azioni radicali rispetto ad un diverso modo di agire, orientato ad un susseguirsi di azioni marginali, piuttosto che ad un'unica azione netta.
A questa strategia, a mio avviso, dovresti ispirarti anche tu, Sinistra Radicale. In Italia ci sono moltissimi problemi da affrontare che rientrano tra quelli che dovrebbero essere i piu’ sentiti da che si ispira agli ideali della sinistra. Penso all’immigrazione, con la sua legislazione demagogica e controproducente. Penso alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, alle fonti di energia rinnovabili. Penso alla tutela dei minori in difficolta’ o dei senzatetto. Questi sono solo alcuni dei tantissimi problemi che andrebbero affrontati con una forza, un pragmatismo e un’urgenza simile a quanto ha fatto Bersani con il suo pacchetto di liberalizzazioni, per fare un esempio illustre e meritorio. Azioni concrete, rivoluzionarie, intelligenti, a volte impopolari. E spesso a costo zero.
Ma penso che difficilmente cio’ potra’ mai accadere. Non pagherebbe in termine di visibilita’, probabilmente, e farebbe rapidamente passare di moda i piccoli partiti della sinistra radicale. Diliberto non apparirebbe piu’ nel panino del tg2 e nessuno inviterebbe piu’ Bertinotti a Porta a Porta. Da questo punto di vista, andare in piazza a manifestare paga molto di piu’. Inoltre, forse a quel punto sarebbe inutile parlare di sinistra radicale, e si potrebbe finalmente usare a proposito l’espressione sinistra riformista. Peccato, pero’.
Thursday, February 15, 2007
Buon Anno
ps: il porcheddu l'ho appeso sopra la gigantografia della famosa foto di piazza Tianammen - quella dell'omino davanti ai carriarmati nell'89 - che ho appesa in camera, e ci sta davvero bene, devo dire
Thursday, February 01, 2007
Waiting for Kymyk
Nello scorso post mi sono dimenticato di raccontare la cosa più divertente del ciclismo londinese, cioè l'estrema complessità di legare le bici. Dovete infatti sapere che per avere qualche speranza di ritrovare il proprio fido destriero a pedali, è fondamentale legare almeno la ruota anteriore, oltre al telaio, col caenasso di cui al post precedente. Meglio se il caenasso è doppio e la sella viene saggiamente asportata dal proprietario e messa nello zaino (io non lo faccio perchè ho il bullone spanato - anzi spero che qualcuno nel tentativo di furto riesca finalmente a smollarlo). Il problema di Londra è che i lampioni non hanno un diametro costante, ma nascono ciccioni e poi dimagriscono a salire. Quindi, se il lucchetto è corto, capita di trovarsi costretti a legare la bici ad un metro e mezzo d'altezza e di lasciarla là a volteggiare sospesa, a mo' di vessillo.
Sabato passa qua a trovarmi il nostro amico KYMYK, colgo l'occasione per anticipargli il benvenuto.
Ciao a tutti,